Storia di VeneziaPagina pubblicata 10 Ottobre 2011
Aggiornamento 2 Marzo 2022 Storia di Venezia 1797
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Nel filmato, ove si ascolta o legge "Margarini", compresa la lapide, si intenda invece "Mangarini" Presentazione di Antonio Mangarini
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La sentenza di morte contro Antonio MangariniChi si prenda la briga di leggere la lettera della sentenza pronunciata contro Antonio Mangarini, finalmente trovata sul sito del giornale degli Alpini "Il Mulo", ben comprenderà l'imbarazzo di chi abbia appena fondato un Gruppo patriottico e scopra di averlo posto sotto l'egida di un "volgare saccheggiatore". Dal momento però che è arcinota, la tendenza falsificatoria dei governi moderni e in particolar modo di quelli provvisori e rivoluzionari, poteva non essere difficile una confutazione, a mezzo di logica, di tale infamante sentenza. "Udita l'accusa ... presentata al Retento Antonio Mangarini dì anni 24 circa nativo di Zara, era Alfier nel battaglion colonnello Danese... ... Considerando ... essersi ritrovato fra li principali capi assalitori, e svaleggiatori della Bottega del Cittadino Giuseppe Ruggieri Formaggiero. Considerando aver egli garantito con palosso sguainato, abusando della Militare divisa, li violenti suoi compagni che si impiegarono ad alterarne la porta: ..." La descrizione dei fatti criminosi, così come presentata nella sentenza, è forte spunto per dimostrare secondo logica la possibilità che si tratti di una invenzione o, come si direbbe oggi, una "montatura". "Considerando aver il prefato Mangarini partecipato al reo Svaleggio, come consta anche dalla stessa difensiva sua allegazione, scortando quindi li generi derubbati con l'arma suddetta alla mano sino entro la bottega di un altro Cittadino Formaggiaro per nome Francesco Gobbato, il quale fu costretto con modi violenti a comprarlo". Questo comportamento è incompatibile con quello di un volgare saccheggiatore. Quale ragione avrebbe questi, di rubare all'uno per vendere all'altro, quando a rigore è in condizione di svaligiare entrambi? Da un volgare saccheggiatore ci si aspetta l'arraffare, i denari del Gobbato proprio come il formaggio del Ruggeri; quale vantaggio potrebbe trarre, un volgare saccheggiatore, nel fare invece da "scorta" e da "garante" in una specie di transazione commerciale coatta? Tuttavia la mia stessa confutazione può essere ribaltata: quali ragioni poteva avere un tribunale demagogico, nel costruire tale montatura? Che bisogno aveva di inventare questa stramba storiella, quando poteva semplicemente affermare che, appunto, il Mangarini avrebbe derubato sia il Ruggeri che il Gobbato? Delle numerose sentenze rintracciabili contro i partecipanti e i sospetti di partecipazione ai fatti della breve insurrezione veneziana, quella contro il Mangarini è l'unica che decreta una condanna capitale. Sorge così la terza domanda, che contiene forse la risposta a entrambe le precedenti: "Perché solo il Mangarini fu fucilato?" Mangarini è fucilato perché è l'unico, fra gli arrestati, che ha voluto fare del saccheggio un atto politico e militare, perché ha usato se stesso e la divisa per legittimare una procedura di vittoria, quella del saccheggio (più o meno "controllato"), comune in quei tempi a tutti gli eserciti. |
![]() Sentenza di morte pronunciata dalla Municipalità Provvisoria di Venezia verso Antonio Mangarini, insorto contro la congiura filofrancese. |
A lettera della sentenza, egli non è nemmeno svaligiatore attivo, sono "li violenti suoi compagni che si impiegarono ad alterarne la porta ". Con la sua divisa e la "stramba" sequenza dei suoi gesti il Mangarini intende forse ancora servire la Repubblica, far sì che non di un volgare saccheggio si tratti ma di una operazione militare. Sappiamo inoltre dal Tentori e non solo, di quanto fossero accese ormai le fazioni cittadine, e agli occhi del giovane militare dovette apparire che alcune di queste fossero ormai nemiche in armi della Repubblica stessa. Egli svolge dunque il suo dovere nei limiti delle sue possibilità di comprensione, fà quello che può per mantenere in vita la Repubblica in cui ha creduto e che ha giurato di servire. Ecco perché scorta, palosso alla mano, il formaggio "requisito" fino a un'altra bottega, dove venga registrato che quel formaggio non era stato mangiato per strada da un'orda di vili ladroni, ma "preso in consegna e trasferito" da una ordinata squadra di militari, pur improvvisati, sotto il suo comando e responsabilità. Sarà questo a costargli la vita, l'aver saputo militarizzare e rendere disciplinata una delle bande di saccheggiatori, il che lo rese forse l'uomo più pericoloso del momento agli occhi del fragile governo provvisorio. Infatti Antonio Mangarini è l'unico fra i processati a non volersi scagionare o chiedere perdono: Non ha, Antonio, di che vergognarsi: va incontro al plotone a fronte alta come a un nemico in armi. Muore da eroe e martire della sua Patria repubblicana, non da volgare saccheggiatore.
Ringrazio il ricercatore indipendente dott. Paolo Foramitti per le segnalazioni e i suggerimenti, che hanno procurato occasione e fonti per questo approfondimento nella questione del martire zaratino Antonio Mangarini. Umberto Sartori |
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Edizione HTML a cura di Umberto Sartori