Storia di Venezia
Pagina pubblicata 26 Giugno 2014
Cristoforo Tentori, Raccolta Cronologico Ragionata di Documenti Inediti
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Stato degli Eserciti nel periodo di Tregua Novembre 1796 - Gennaio 1797Clic per vedere questi luoghi in Google Earth ![]() |
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Come possiamo osservare sulla mappa, dopo la Battaglia di Arcole gli Austriaci avevano consolidato e avanzato le proprie posizioni a Nord e a Est, liberando e presidiando le proprie linee di rifornimento, soprattutto Trento, Rovereto e Bassano. Essi ricevevano rinforzi da Nord e Nord-Est, direttamente dall'Austria, attraverso la Valle dell'Adige, la Valsugana, la Valle del Piave e Tarvisio; da Est giungevano i "Croati" delle Province Illiriche, attraverso il Friuli. Secondo un articolo della "Gazzetta Universale" (vedi) essi sarebbero riusciti a far giungere rifornimenti, da Sud, anche alle Truppe del Wurmser assediate in Mantova, per via fluviale, lungo il Po e il tratto inferiore del Mincio. I Francesi si erano attestati, con centro in Verona, su una linea da Bussolengo a Caldiero. Avevano un forte corpo d'assedio attorno a Mantova e un altro consistente numero di truppe alla Corona e nella valle di Caprino Veronese. Secondo il Racconto di Édouard Gachot, comunque, la maggior parte dei superstiti di Arcole si trovava nella zona di Verona, impegnata a godere barbaricamente la tregua, a spese delle Popolazioni locali. Per quanto riguarda la consistenza numerica delle Truppe, rimando ala lettura dell'Appendice "B" |
Il movimento di attacco di Alvinzy tra il 10 e il 13 Gennaio 1797Vai alla descrizione in Appendice "B" || Clic per vedere questi luoghi in Google Earth ![]() |
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Da subito Alvinzy frammenta le sue forze, che sarebbero decisamente preponderanti se usate su uno schema strategico-tattico ragionevole. È evidente che questo piano d'attacco non ha come obiettivo l'annientamento dell'Armata d'Italia. L'unico scopo ragionevole di frammentare le truppe su più obiettivi, e in particolare di puntare su Mantova, poteva essere quello di portare rifornimenti alla guarnigione assediata. Nella prossima immagine un piano di attacco che avrebbe annientato Napoleone. |
Il movimento di attacco come sarebbe stato se Alvinzy si fosse posto quale obiettivo
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Se davvero Alvinzy avesse voluto annientare i Napoleonici, anziché concentrare le truppe del Provera su Mantova le avrebbe utilizzate per attaccare Verona anche da Sud, mentre Bajalich attaccava da Nord, e per tagliare le comunicazioni tra gli assedianti di Mantova e il corpo di Rey a Peschiera con il grosso delle truppe a Verona e Rivoli. Bajalich dopo il "fallito" attacco a Verona da Nord-Est scompare con i suoi uomini dalla scena bellica, presumibilmente rimanendo accampato nei colli a Nord e Nord-Est di Verona. |
La reazione dei Napoleonici all'attacco di AlvinzyVai alla descrizione in Appendice "B" || Clic per vedere questi luoghi in Google Earth ![]() |
La reazione dei Napoleonici all'attacco di Alvinzy si svolge come segue: Vediamo dunque nelle prossime immagini la scena madre di questo Atto, la grande, mistica "Battaglia di Rivoli". |
Lo scenario di RivoliVai alla descrizione in Appendice "B" || Clic per vedere questi luoghi in Google Earth ![]() |
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Lo scenario della Battaglia di Rivoli all'alba del 14 Gennaio 1797, con tutti i luoghi salienti citati da Édouard Gachot. Da due giorni Alvinzy aveva consolidato le sue posizioni nella valle del Tasso fino a Caprino e in quella dell'Adige fino a Incanale, senza attaccare Joubert a Rivoli. Vediamo nella prossima immagine il piano d'attacco di Alvinzy |
Il piano di attacco di Alvinzy a RivoliVai alla descrizione in Appendice "B" || Clic per vedere questi luoghi in Google Earth ![]() |
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Alvinzy avrebbe dovuto incalzare e annientare Joubert fin dall'11 Gennaio, quando lo scacciò dalla Corona e dal Baldo, ma anche tralasciando questo indugiare dell'Austriaco, possiamo osservare come l'attacco del 14 fu organizzato la sera del 13, in modo da favorire al massimo i Francesi. La prima, 4556 uomini al comando di Lusignan, senza Cavalleria né Artiglieria, parte da Lubiara e viena mandata a una lunga marcia verso Lumini, per poi discendere attraverso la valle di Castion, seguire il corso del Tasso e assaltare i monti Pipolo e Brunisi da Sud, poco prima di mezzogiorno, con le truppe estenuate da una marcia di circa 20 chilometri. La seconda colonna, 5600 uomini al comando di Liptay, anch'essa senza Cavalleria né Artiglieria, attaccherà le pendici del Trombalora da Caprino. La terza, 4138 uomini al comando di Koblos, senza Cavalleria né Artiglieria, sale da Ovest le scoscese pendici del Monte San Marco, dove Napoleone, giunto nella notte, era riuscito a formare un nuovo avamposto. Essendo però gli Austriaci ancora padroni della Corona, logica vorrebbe che avessero attaccato questo avamposto dall'alto, lungo la cresta del monte, e non dal basso. Espugnato l'avamposto francese, Koblos si riunisce a fondo valle con la sezione destra della quinta colonna, in marcia sulla riva destra dell'Adige. La quarta colonna, 2682 uomini al comando di Ocskay, senza Cavalleria né Artiglieria, attacca Rivoli direttamente da Nord. Dov'erano dunque i 1700 cavalleggeri e i 22 cannoni di Alvinzy? Erano nella quinta colonna, formata da 8245 uomini, con i 1700 cavalleggeri, tutta l'artiglieria e l'attrezzatura del Genio Pontieri. Questa colonna, assieme a quella di Lusignan, è la più paradossale. Onore al Gachot che, pur limando e confondendo quanto possibile le operazioni per rendere "ragionevole" la vittoria napoleonica, qui come a Loano non omette di citare che molti Militi austriaci gridarono al tradimento da parte dei loro Ufficiali. Vediamo nella prossima immagine come sarebbe stato il piano d'attacco di Alvinzy se si fosse posto come obiettivo l'annientamento dei Napoleonici. |
Come sarebbe stato il piano di attacco di Alvinzy a Rivoli se l'obiettivo fosse stato l'annientamento di NapoleoneVai alla descrizione in Appendice "B" || Clic per vedere questi luoghi in Google Earth ![]() |
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Alvinzy aveva le forze e i mezzi per annientare Joubert due giorni prima che questi ricevesse i rinforzi. Continuiamo comunque a trascurare questo pur fondamentale dettaglio e partiamo quindi dalla sera del 13 gennaio 1797, quando stese il suo piano di battaglia per l'indomani. Questo fu formulato alle sei della sera, ma la sua attuazione cominciò all'alba del giorno dopo, quando, alle cinque secondo Gachot, a Joubert sarebbero arrivati 150-200 cavalleggeri con cinque cannoni, l'avanguardia di Massena in movimento da Verona. Alvinzy avrebbe avuto tutto il tempo di tagliare ogni via di rifornimento a Joubert. Vediamo come. Egli avrebbe innanzittutto dovuto distribuire meglio le sue armi, distaccando 500 dei suoi 1700 cavalleggeri alla colonna di Liptay con otto dei suoi 22 cannoni, e altri 500 cavalleggeri sarebbero dovuti andare alla colonna di Ocskay. Vedremo poi perché. Quosdanowich sulla riva destra con 1745 uomini e sette pezzi d'artiglieria, che avrebbe presidiato, con i cannoni a mitraglia posti sui primi terrazzamenti del Monte San Marco, la strettoia della riva destra dell'Adige all'altezza di Dolce. Wukassovich sarebbe dovuto partire immediatamente con 5500 uomini, di cui 700 Cavalleggeri con i rimanenti sette cannoni, e scendere la riva sinistra dell'Adige fino a Volargne, lasciando però i cannoni e 1000 uomini a Ceraino. Qui, avrebbe dovuto installare la batteria di sbarramento in corrispondenza dello stretto passaggio tra il fiume e il monte Castello sull'altra riva. Tale stretto passaggio sarebbe stato spazzato dalla mitraglia in piena potenza della sua gittata, e nessuno dei Francesi precipitati giù dal Dosso per effetto della massiccia pressione delle quattro colonne alle loro spalle avrebbe potuto attraversarlo. Giunto con 3800 uomini e 700 cavalleggeri a Varagne, distante appena tre chilometri, quindi presumibilmente prima delle otto della sera, Wukassovich avrebbe dovuto gettare del tutto indisturbato il suo ponte di barche e attraversare lì il fiume con tutti i suoi uomini. Se anche Joubert avesse disposto di artiglieria dalla sera (ma sappiamo che non è così), per sottrarsi al suo fuoco sarebbe stato sufficiente trasportare i pontoni via terra per circa cinquecento metri, tagliando la penisola di Ceraino e tornando sul fiume nella perfetta sicurezza della Chiusa. Nella peggiore delle ipotesi, il ponte a Varagne poteva essere pronto alle 10, o anche alle 11 della sera. Varcato il fiume, Wukassovich doveva dividere in due la sua colonna, e appostarla sulle opposte pendici dei monti Pipolo e Brunisi che guardano il varco di Campo Regio. La sua imboscata poteva essere pronta già dalla mezzanotte, e i suoi uomini avrebbero potuto riposare fino alle cinque, prima di serrare a tenaglia i 150 / 200 cavalleggeri di Massena, in transito nel varco con i loro cinque cannoni, tra 1400 soldati freschi e 350 cavalleggeri a costituire ciascuna ganascia. Avrebbe poi chiuso il varco di fronte al resto degli uomini di Massena, caricandoli con 700 cavalleggeri e 3800 uomini quando Massena non disponeva né di Cavalleria né di Artiglieria. Sulla piana di Rivoli, nel frattempo, le colonne di Liptay, Ocskay, Koblos e Lusignan avrebbero precipitato Joubert nell'Adige giù dal Dosso di Camporengo senza subire perdite, dal momento che senza il rincalzo di Massena Joubert era privo non solo di artiglieria e di cavalleria, ma anche di munizioni. Sulla riva dell'Adige questi uomini sarebbero stati esposti, senza possibilità di rispondere al fuoco, ai tiri della batteria di Ceraino. Dei mille cavalleggeri distaccati a Liptay e Ocskay, 750 avrebbero caricato Joubert e i suoi lungo le pendici più morbide del Trombalora, mentre i fanti di Koblos e Lusignan salivano quelle più ripide. 1600 dei fanti di Liptay, con sette cannoni e 250 cavalleggeri, si sarebbero attestati in posizione sopraelevata sulle prime pendici del Trombalora a Ovest, aspettando a pié fermo l'eventuale arrivo dei 1800 fanti, con 100 / 150 cavalleggeri, di Massena provenienti da Garda a Mezzogiorno. Ma se l'attacco di Alvinzy fosse stato condotto così, a Mezzogiorno le truppe di Joubert sarebbero state già annientate, e Napoleone fatto prigioniero. A Massena, Rey, Sérurier e Augereau non sarebbe rimasta che la resa. Lungo le pendici del Trombalora, infatti, sarebbero saliti complessivamente 15.376 fanti, appoggiati da 750 cavalleggeri, 16.126 uomini e 750 cavalli, bene armati, riposati e già vittoriosi nei giorni precedenti, ai quali Joubert non poteva opporre che 9400 uomini, con poche munizioni, nessuna Artiglieria o Cavalleria. Avrebbero avuto voglia, i Francesi, di cantare inni rivoluzionari e di entusiasmarsi al veder sventolare il cappello di Napoleone: sarebbero comunque stati precipitati nell'Adige giù dal Dosso di Camporengo e sterminati dalla mitraglia proveniente dall'altro lato del fiume, posizione per loro del tutto irraggiungibile, in mancanza del provvidenziale aiuto del Genio Pontieri Austriaco. E tutto questo senza considerare che a questa battaglia avrebbe dovuto partecipare anche il Bajalich, che logica vedrebbe inseguire Massena quando questi lascia Verona. Ma non lo fece, come del resto non fu questo il piano dell'Alvinzy... Non si doveva annientare Napoleone, solo armarlo meglio in vista dello scontro con l'ancora temibile Serenissima, e, en passant, impedire che quella testa calda del Corso pensasse di prendersi Mantova prima di quanto stabilito... Nella vita reale, Alvinzy si lasciò sconfiggere in modo plateale, tornò in Tirolo lasciando fra Arcole e Rivoli circa 25.000 prigionieri che Napoleone prontamente riarruolò come Legionari, assieme a cannoni, munizioni, provviste, carriaggi e ponti, ciò che serviva al Bonaparte per invadere il resto dei Territori dello Stato Veneto e cominciare a minacciare seriamente la Dominante stessa. Umberto Sartori NoteNota 1 - Il Generale Joseph Alvinczy von Berberek. Veterano sessantaduenne di molte battaglie, questo generale ha un punto particolarmente interessante nel suo curriculum. Egli fu infatti nominato insegnante di tattica del futuro Francesco II proprio da quel Giuseppe II che promanò il "Decreto Imperiale di Permissione della Massoneria" negli anni in cui questa organizzazione preparava la sua rete europea (cfr. Pubb. IX). |
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Nota 2 - Portata della cassetta a mitraglia dell'Artiglieria Napoleonica appostata sul Dosso di Camporengo ![]() |
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Come ben si vede, i cannoni francesi posizionati sul Dosso di Camporengo non potevano colpire a mitraglia le truppe in transito sull'altra sponda dell'Adige, le quali avrebbero avuto agio di andare a costruire il loro ponte dopo la Chiusa, a Volargne; da Ceraino a Volargne il percorso lungo il fiume è di appena tre chilometri. Portata dell'Artiglieria Napoleonica, da: gen Emilio Faldella , "Di Secolo in Secolo la Gloriosa Artiglieria" sta in: "Storia Illustrata" dell'ottobre 1969. Nell'esercito napoleonico l'artiglieria da campagna si distingueva in artiglieria "a piedi" e "a cavallo", per la diversa mobilità, in quanto la prima aveva i serventi appiedati, per insufficienza di cavalli, e la seconda i serventi montati. Torna a Pubb. XXXII | Torna ad App. "B" | In questa pubblicazione, Illustrazioni Appendice "B" | Vai ad App. "A" || Va all'Indice degli Argomenti di questa pubblicazione ||
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