Storia di Venezia
Pagina pubblicata 9 Gennaio 2017
Cristoforo Tentori, Raccolta Cronologico Ragionata
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![]() Storia della caduta di Venezia, la Repubblica di Venezia è ai suoi ultimi sospiri. Da pagina 282 a pagina 284 Tentori riporta i provvedimenti presi dal Senato nei giorni 25, 26 e 27 Aprile 1797, finalizzati a rafforzare la sicurezza della Dominante e dell'Estuario. Damò del 25 Aprile 1797: Si ritiene imminente l'entrata nel Golfo di Venezia di due fregate e due brich francesi, provenienti da Tolone e segnalati a Corfù il giorno 7 Aprile da dispaccio del Provveditor generale da Mar. -- :: -- Damò del 26 Aprile 1797: Sollecito al Provveditore alle Lagune e Lidi perché attui le disposizioni impartite il 19, 22 e 25 c.m. . -- :: -- Damò del 26 Aprile 1797: Si ordina ai magistrati all'artiglieria, a quelli all'Armar e al Savio alla Scrittura, in accordo col Provveditore alle Lagune e Lidi, di provvedere al più presto gli ordini e i fondi per i corredi, le artiglierie e la truppa necessarie ad armare la nave Vittoria. -- :: -- Ducale del 26 Aprile 1797 all'Almirante delle Navi: Gli si comunica la presenza in acque venete dei due brich e delle due fregate, che vanno ad aggiungersi al già considerevole numero di navi da guerra francesi in Alto Adriatico. Si teme che questi legni possano essere intenzionati a penetrare nell'Estuario. -- \\ :: // -- Nella serata del 26 Aprile 1797 il Senato redasse altre tre Ducali, indirizzate due al Nobile in Francia e una ai NN. HH. Donà e Zustinian, deputati presso il generale Buonaparte. La prima Ducale al Nobile in Francia è una sequela di elogi per il suo operato e per le informazioni trasmesse in dispacci precedenti in merito alle supposte condizioni della pace tra Austria e Francia nonché sulla possibile alleanza di quest'ultima con il regno di Sardegna. -- :: -- Ben più lunga e specifica, pur se sempre velata di eufemismi, è la seconda Ducale al Querini, che viene inviata per espresso sempre nella sera del 26 Aprile, accompagnata da una ennesima Species Facti. Anche questa è di tono fortemente elegiaco per il Querini con velati riferimenti ai maneggi di corruzione che questi sta mettendo in atto tra i deputati francesi. Ci si dispiace che i recenti fatti di Salò abbiano danneggiato le "significanti aperture ... con li mezzi tutti possibili ... con molta avvedutezza coltivate..." (da pagina 285). Affinché il Nobile in Francia possa riparare ai danni subiti nelle sue alte relazioni, gli si trasmette il racconto dettagliato di quanto avvenuto a Salò, a Verona e nel Porto di Lido. ... tolte dal loro animo le male impressioni, non vi sia intercluso l'adito di ripigliare le pratiche, e destri maneggi, che avevate felicemente istituiti, e che sarà merito vostro il continuare con eguale energia, ed impegno, dirigendoli all'ottenimento degli essenziali oggetti propositivi di ricondurre la tranquillità, ed il buon ordine nei Pubblici Stati. Si chiede ancora al Querini di effettuare ogni indagine possibile al fine di verificare alcune notizie sulle clausole di pace tra Austria e Francia, riportate come voci di corridoio dai due Deputati presso Buonaparte. Si trasmettono in copia al Nobile in Francia i due Memoriali presentati al Senato da Lallement in quello stesso 26 Aprile. Il Senato non ha ancora avuto il tempo di fornire la risposta, ma li invia con non meglio specificate "adattate commissioni" anche ai due Deputati presso Napoleone. La Ducale si conclude con un Damò rivolto agli Inquistori di Stato perché favoriscano ogni attività e richiesta del Nobile in Francia "per le vie secrete... che pareranno proprie alla loro prudenza.". La Species Facti trasmessa al Querini è riportata integralmente da Tentori nelle pagine 287 - 289. In seguito ai fatti di Salò i Francesi hanno con la forza disarmato tutte le valli bresciane e praticamente spogliato la Repubblica di Venezia "dell'intiero dei suoi Stati oltre il Mincio". Dopo la fuga delle Autorità di Verona verso Padova, in quella città sarebbe tornata la calma e quattro Deputati alle trattative avrebbero concordato una "... contribuzione di 40 mille Ducati a patto, che fossero salve le vite, le proprietà delli Cittadini, ed immune la Religione; che li Villici fossero disarmati, e rispediti alle loro case, e che la Truppa Veneta con le lor armi, e Bagagli dovessero dirigersi a Vicenza." (da pag. 289). 1 In Venezia si teme che i Francesi abbiano forzato i Veronesi a cambiare la forma di governo e affiliarsi a loro. Ancora più stringato il racconto sui fatti del Liberateur, in cui si sottolinea che:
-- :: -- La terza Ducale del 26 Aprile 1797, è la risposta al dispaccio del 21 Aprile da Saint Fait dei due "Deputati al General Buonaparte". Questa lettera raggiunse però i Donà e Zustinian solo nel loro cammino di ritorno verso la Dominante, dopo l'infruttuoso colloquio con Napoleone. Nella prima parte si riportano succintamente gli eventi di Verona e d'Oltre Mincio, con la raccomandazione di informare Napoleone del fatto che gli scontri furono causati dal cattivo comportamento dei Comandanti francesi che non hanno rispettato le promesse ufficiali di Balland e Kilmaine. Ancora si raccomanda di informare il Corso che negli Stati Veneti non vi è più un solo villico armato.2 ... lo sbando de Villici armati del Territorio Vicentino ... potrete con sicurezza asserire che nessun armo esiste più de Villici nello Stato. Ai Deputati si da notizia anche di un ennesimo screzio con il Lallement. Il 10 Settembre il Senato aveva emanato un decreto per inibire l'ingresso di stranieri in città. A seguito di questi richiami il Lallement aveva subito gridato allo scandalo, dichiarando in una memoria di risposta di trovarsi costretto a uscire dalle Lagune per accudire gli affari del suo mandato. Ciò, nonostante lo si fosse invitato a concordare il numero dei corrieri ammessi con il Conferente Pesaro. Si raccomanda dunque ai Deputati di informare Napoleone del fatto che il Lallement sta trasgredendo la "legge di Provvidenza" rispettata da tutti gli altri diplomatici e di fatto minando la buona armonia tra la Repubblica di Venezia e la Francia. Nella sua memoria il Lallement ha anche alterato i fatti dell'intrusione del Liberateur nel porto di Lido e usa la sua falsa versione per reclamare adesso il libero ingresso in Laguna di tutti i legni armati francesi. Si allega ai deputati anche la relazione del Provveditore alle Lagune e Lidi, nella quale sono esposte le ragioni dell'interdizione ai legni stranieri armati, ribadite con il decreto del 7 Luglio ma vigenti in Venezia da tempo immemorabile. Incurante della palese falsità della sua versione e di ogni tentativo del Conferente Pesaro, il Lallement sta ponendo come condizione basilare per la sua "amicizia" che " ... ai Legni Francesi armati in Guerra non debba essere impedito l'ingresso e che questo si voglia non contrastato in avvenire." (da pagina 292). Si dovrà convincere Napoleone che l'incidente del Liberateur fu causato dal colpo di testa del suo capitano, "... violata coll'ingresso nel Porto la costante massima di non ammettere Legni armati in guerra di nessuna Nazione; Massima anche recentemente rispettata sulle nostre rimostranze da una Squadriglia Inglese." (da pagina 293). Si conta sulla "desterità e penetrazione" dei Deputati perché Napoleone sia correttamente informato. -- :: -- Il giorno seguente, 27 Aprile 1797, i Savi Richiamano a Venezia Giovanelli, Erizzo e Contarini, giudicando pericoloso per la loro incolumità prolungare la permanenza in Terraferma. La congiura sta in realtà radunando i membri per la fatidica "Conferenza". Possiamo leggerlo tra le righe conclusive della Ducale pubblicata da Tentori a pagina 293: ... si persuade la Pubblica provvidenza di commettere a tutti tre il pronto regresso alla Patria, che nelle attuali stringenti, e difficillissime circostanze si ripromette dal fervor benemerito de' suoi Cittadini il più valido ed efficace presidio. -- :: -- Nello stesso giorno si invia un nuovo dispaccio ai Deputati Donà e Zustinian che perentoriamente li invita a cercare con ogni mezzo di contattare il Buonaparte, anche se al ricevimento della presente si fossero da lui allontanati. Li si informa dell'abbandono di Padova e Vicenza e del conseguente avvicinarsi dell'Armata francese alla Dominante. Si da carta bianca ai Deputati di negoziare qualunque prezzo affinché il generale chiarisca le sue intenzioni verso la Repubblica e le sue Provincie. Venezia sembra avere risorse illimitate per foraggiare queste "negoziazioni". La carta bianca per sborsare milioni in corruzione già concessa a Battaja, Erizzo, Querini Pesaro e Corner viene adesso allargata anche a Donà e Zustinian. Comprenderemo meglio quali fossero le reali condizioni economiche della Dominante nella prossima pubblicazione, con la relazione letta al Senato dal N.H. Zaccaria Vallaresso, Commissario Pagador, sullo Stato delle Sussistenze. NoteNota 1 - Poiché sappiamo che nessuno di questi accordi fu stipulato con i Francesi, che imposero una resa senza condizioni e arrestarono i Deputati non appena giunse notizia della partenza di Giovanelli, non è peregrino pensare che l'accenno alla contribuzione in denaro servisse a offrire il destro al Querini nei suoi "colloqui" di Parigi. Nota 2 - Curioso il fatto che in quello stesso 26 Aprile si ordinava invece a Giovanelli, Erizzo e Contarini di tenere in sospeso lo sbando delle Milizie dei Sette Comuni e di quelle Pedemontane (vedi pubblicazione LVI) . Vai a pagg. 263 - 282 | In questa pubblicazione, Vol. II pagg. 282 - 294 | Vai a pagg. 294 - 301 || Approfondimento della figura di Landrieux || Indice degli Argomenti di questa pubblicazione ||
Edizione HTML e grafiche a cura di Umberto Sartori. Consulenza bibliografica dott. Paolo Foramitti. |